Nel corso del 9° Pambianco Beauty Summit, Annamaria Armano, Research Director e Quality Manager di Sita Ricerca, ha presentato i risultati della ricerca BEAUTY AND GEN Z, uno studio qualitativo che esplora l’evoluzione del concetto di bellezza per la generazione Z. Una generazione complessa, frammentata ma accomunata da un dato chiave: il beauty non è solo consumo, ma espressione identitaria.
Secondo Armano, tra le ragazze della Gen Z la cura estetica rappresenta un’eredità culturale che si trasmette di madre in figlia. Un gesto quotidiano che affonda le radici nella complicità con le figure femminili della propria vita – sorelle, amiche, zie – e che oggi trova nuova linfa nei linguaggi e nei codici dei social media. Il risultato è una ritualità ricca, personale, stratificata: il beauty come tempo per sé, come piacere, come gioco e come ricerca di armonia. “Per le ragazze – ha sottolineato – la cura di sé è una forma di relazione, un dialogo che passa anche attraverso il gesto quotidiano della skincare o del trucco”.
Diverso l’approccio maschile, che rimane ancora in una fase iniziale di esplorazione. I ragazzi, pur mostrando aperture crescenti, si muovono in un perimetro più pragmatico, dove prevalgono esigenze di funzionalità, velocità e semplicità d’uso. Il make-up è ancora un territorio marginale, ma i segnali di cambiamento non mancano. “Stiamo assistendo – ha aggiunto Armano – a una graduale erosione dei tabù culturali tradizionali: nei prossimi anni vedremo ragazzi sempre più liberi di esprimere la propria estetica, anche attraverso gesti un tempo considerati esclusivamente femminili”.
Lo studio fotografa quindi una bellezza sempre più fluida, in cui il confine tra i generi si assottiglia e l’estetica diventa linguaggio personale. Per il mondo del beauty, l’invito è chiaro: parlare a una generazione che chiede autenticità, varietà e inclusività.
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